Benvenuti nel blog della comunità parrocchiale di Sant'Elena di Benetutti. Uno spazio per condividere e seguire esperienze di fede e di amicizia.

sabato 24 dicembre 2016

E il Verbo si fece Pane…

… e Betlemme confina con Benetutti

Cari cristiani di Benetutti,

qualche giorno fa, incuriosito dall’insistente ostentazione che se ne fa nelle vetrine delle librerie romane, aprivo un libro di un acuto saggista cattolico e mi imbattevo su una frase scomodissima: “tocca agli uomini prendersi cura di Dio”. Scosso per il tonfo al cuore che avevano ingenerato quelle parole, ho pensato al clima di svergognata indifferenza che sfida oggi la nostra fede cristiana. Son sicuro che in ognuna delle nostre case abbiamo un Gesù Bambino posato in una mangiatoia o ancora più certamente andiamo fieri dei crocifissi appesi alle nostre pareti… segni che ancora oggi vorrebbero scagliarci addosso il desiderio di pensare a qualcosa di eterno.  Sembra che ci implorino con insistenza: smettila di correre e fermati a registrare i (di)segni divini che Gesù dipinge nella tua vita. Proviamo a fare assieme questo esercizio: che gioia osservare uno ad uno i bambini vivaci che popolano le sale del catechismo, dell’ACR e del Grest e restare incantati perché sei certo che Dio ha già pensato cose meravigliose per loro; quanto consola condividere coi gruppi parrocchiali il desiderio di approfondire la fede, di conoscere Gesù e imparare assieme a scovarlo nel fratello, nella preghiera, nel servizio e nell’Eucaristia; infinitamente gratificante chiacchierare con operai che con sudore consegnano alla comunità spazi per condividere gioia e amicizia e in filigrana scorgere la matita di un Architetto che traccia linee perfette sulle nostre misere capacità umane; è bello per noi preti ritrovarsi in due ogni sera e sospirare sincronicamente dopo aver spremuto le nostre energie per annaffiare i semini di fede depositati nei solchi di tante storie incrociate nella giornata; fa bene al cuore condividere la sommessa e preziosa umanità nascosta dietro i volti rugosi e sofferenti di tanti parrocchiani feriti da lutti, malattie, vecchiaia, solitudine, disgrazie o fallimenti. Tutto, proprio tutto, può diventare il pane quotidiano che chiediamo a Dio Padre. Avete mai fatto caso? Nella seconda parte del Padre Nostro, diamo a Dio i compiti a casa: “dacci pane, rimetti, non ci indurre, liberaci”. E nella prima parte invece, siamo noi a doverci prendere cura di Lui: “sia santificato il tuo nome, venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà”. Fate voi questo esperimento, da soli o in famiglia: recitate un bel Padre Nostro davanti al vostro presepe, oppure nella nostra bella Chiesa parrocchiale. E fate questo ragionamento squisitamente commerciale: l’uomo si prende cura di Dio perché Dio possa prendersi cura di ogni uomo. Un “ammirabile commercio”: noi chiediamo il pane quotidiano e Lui prende carne nei più svariati posti della nostra comunità: case, scuole, officine e uffici, strade e bar, negozi e salotti… nelle nostre Chiese. Lui si prende cura di tutto ciò che è umano. Un vero “Emmanuele”: il Verbo si fa pane quotidiano per nutrire le nostre giornate. E a noi in cambio “tocca prenderci cura di Lui”. Ci facciamo allora un augurio, un’operazione geografica che elimina la distanza tra Benetutti, ovvero il “paese ben protetto” o il “paese del bene completo” e Betlemme, che vuol dire “casa del pane”. Che ogni nostra casa possa sempre profumare della flagranza del Verbo Gesù fatto pane. E che la nostra fede sia testardamente “abramitica”. Accogliamo l’invito del Vescovo e apriamo la Bibbia per imparare dagli uomini di Dio, come Abramo, l’arte della duplice ospitalità: Dio ospita la nostra storia nei suoi disegni e noi ospitiamo Dio nella nostra vita.
Buon Santo Natale e gioioso 2017 J    
Don Giammaria e don Diego

PS: il libro in questione è Natale. L’abbraccio di Dio, di Ermes Ronchi. Per chi è ancora in crisi sul regalo da offrire a una persona amica, lo suggerisco… ma solo se per quella persona desiderate il maggior bene possibile. E se riuscite, fate una cosa ancora più originale: non regalateglielo intonso, ma già letto e evidenziato da voi J

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